Era l’anno dei mondiali. Un anno speciale.  Era il 2006. I nostri mondiali. Con la strepitosa marcia trionfale azzurra. E l’ultimo atto consumato all’Olympiastadium di Berlino. Avevo poco meno di tredici anni. Io ci sono stata… un mese dopo. Quasi un pellegrinaggio. Un atto di fede. Con il tricolore e con la stessa voglia di festeggiare. Uno stadio fantastico. Con mille ricordi. Peccato avevano già smantellato e venduto il manto erboso. Lo divisero a pezzetti piccoli. Su internet si poteva comprare un piccolo pezzetto del manto erboso.

I tedeschi sono sempre precisi. Per quei lavori in corso non si poteva visitare internamente lo stadio, ma l’ho visto dalla torre dove ho scattato diverse foto. Ma la situazione più divertente l’ho vissuta all’esterno. Mi trovavo in viaggio con tutta la famiglia. Mio padre decise di festeggiare a modo suo. Si era ripromesso di girare con la macchina intorno allo stadio sventolando la bandiera tricolore, cantando il famoso po popò popopò, poo… Ovviamente urla dai finestrini e tanta gioia. Pensavamo di essere dei pazzi. All’improvviso ci seguì una macchina e cominciò a ritmare con i clacson. Dopo cento metri altre due macchine. Alla fine eravamo una carovana con oltre dieci macchine. Tutti con i tricolori. Urla, canti e ballo finale nel piazzale. Si festeggiava con la stessa gioia, ma un mese dopo… Non ci potevo credere.

Che bella Berlino. Una città fantastica. Ricca di storia e di grattacieli… italiani. Realizzati da grandi architetti del nostro paese.  Come la stazione ferroviaria. Semplicemente meravigliosa. Che orgoglio. Un città moderna e al tempo stesso ricca di storia. Purtroppo, anche molto dolorosa. Ma Berlino è incredibilmente bella. L’ho attraversata tutta. Vista dal fiume Sprea che taglia in due la città. Ricordi indelebili che riaffiorano in vista del mondiale… Tra le foto che pubblico troverete il Bundestag con la famosa cupola di vetro che ho visitato (che caldo all’interno!) ed anche la famosa Porta di Brandeburgo.